Una passività è un obbligo che un'attività ha nei confronti dei propri fornitori o clienti ed è solitamente di natura monetaria, sebbene possa consistere anche in un pagamento in natura. In questo articolo ti offriamo una panoramica sulle passività nell'ambito della gestione quotidiana della tua attività. In particolare, verrà approfondita l'accezione commerciale del termine "passività".
Contenuto dell'articolo
- Cosa sono le passività?
- Come si formano le passività?
- Dove trovare le passività nel bilancio
- Passività: esempi dalle operazioni di gestione quotidiana
- Cosa sono le passività a breve e a lungo termine?
- Qual è la differenza tra creditori e debitori?
- Qual è la differenza tra passività e accantonamenti?
Cosa sono le passività?
Nell'ambito di un bilancio, le passività rappresentano gli obblighi di un'attività verso i propri creditori. Questi obblighi possono essere di natura contrattuale, come l'acquisto di beni con fattura, o pubblicistica, come il pagamento di imposte. I creditori più importanti sono i fornitori, gli istituti di credito e l'ufficio tributario. Nelle passività possono essere inclusi sia pagamenti in contante che pagamenti in natura.
Panoramica sulle passività nelle attività
Nel bilancio di un'attività possono rientrare i seguenti tipi di passività:
- Prestiti bancari (ad esempio, le passività che l'attività ha maturato nei confronti degli istituti di credito)
- Beni erogati dai fornitori (ovvero, passività derivanti da beni e servizi forniti all'attività)
- Passività di gruppo (ovvero, passività che l'attività ha maturato nei confronti di imprese associate).
- Passività verso i dipendenti (ossia le passività che l'attività ha maturato nei confronti del personale e che interessano aspetti quali onorari, stipendi e spese legali).
- Passività fiscali (in cui sono incluse sia le imposte dovute dall'attività sia le passività derivanti da IVA o ritenute fiscali che l'attività deve versare per conto di terzi).
Come si formano le passività?
Le passività si formano sempre nel momento in cui un debitore non versa al creditore il compenso concordato per un servizio che il debitore ha già ricevuto. Le passività, quindi, vengono chiamate anche debiti sebbene non indichino necessariamente che l'azienda ha contratto un debito, sia esso un sovraindebitamento o altro.
Devono sussistere tre condizioni perché si verifichi una passività:
- Un fornitore, noto anche come creditore, ha già erogato un servizio concordato.
- È stato stipulato un accordo in base al quale l'attività si impegnava a compensare il creditore per il servizio erogato, solitamente sotto forma di pagamento in denaro.
- Il compenso concordato è ancora in sospeso. Se l'attività non assolve all'obbligo di versare il compenso, viene considerata come un debitore.
Le passività, pertanto, non insorgono se l'attività eroga il compenso nel momento stesso in cui il creditore fornisce i propri beni o servizi (o in un momento immediatamente successivo).
Per avere la certezza che le passività vengano distinte dai rischi operativi quotidiani, quando si verifica una possibile passività, è necessario verificare se presenta le tre caratteristiche seguenti:
- Il compenso all'origine delle passività deve essere esigibile. In pratica, i creditori possono far valere il proprio diritto al compenso in un'aula di tribunale.
- L'evasione del compenso deve tradursi in una riduzione dell'attivo, ovvero in un onere. Questo significa che tutte le spese future sostenute per adempiere all'obbligo saranno considerate deducibili.
- Il compenso deve essere quantificabile, ovvero devono essere specificati sia l'importo sia la data di scadenza. Questo significa che qualsiasi onere economico correlato al compenso può essere definito e valutato su base individuale.
Dove trovare le passività nel bilancio
La situazione finanziaria di un'attività può essere desunta in qualsiasi momento da un report finanziario, che prende il nome di bilancio. Un bilancio contiene sempre due parti: attività e passività. Le norme che regolano la composizione del bilancio sono delineate nella Sezione 266 del Codice commerciale (Handelsgesetzbuch, o HGB).
Gli asset si trovano nella parte delle attività e comprendono tutti gli asset utilizzati dall'attività per svolgere le proprie funzioni. In questa categoria rientrano anche le cosiddette immobilizzazioni, quali immobili, macchinari e brevetti. A lungo termine, l'attività può utilizzare questi beni per generare reddito. Vengono annoverati tra gli asset anche i cosiddetti asset correnti, tra cui l'inventario, i crediti e i liquidi, che vengono utilizzati dall'attività per finanziare le operazioni in corso.
Il patrimonio netto di un'attività si trova quindi tra le passività di bilancio e include l'intero patrimonio, dal capitale sociale agli utili non distribuiti, fino ai contributi degli azionisti. Fanno parte delle passività di bilancio anche i debiti, che comprendono le passività e gli accantonamenti.
È importante che siano messe a bilancio entrambe le parti. Gli asset, inoltre, devono corrispondere al capitale.
Il bilancio è un documento fondamentale non solo per le attività, ma anche per le parti che, magari, hanno investito nell'attività o le hanno concesso prestiti o altri servizi finanziari. È così importante perché fornisce una visione completa della situazione finanziaria dell'attività e risponde, tra l'altro, alla seguente domanda: l'attività ha contratto dei debiti e, se sì, è in grado di coprire le passività?
Passività: esempi dalle operazioni di gestione quotidiana
Un'attività può rilevare diverse passività nel corso delle operazioni di gestione quotidiana. Immaginiamo, ad esempio, di gestire un'agenzia di marketing legalmente registrata come società in accomandita semplice:
1. Passività che possono derivare da beni o servizi forniti all'attività: È necessario un nuovo toner per la stampante multifunzione. Ordini quindi il toner al tuo fornitore, ma non paghi subito la fattura associata. Ne consegue una passività.
2. Passività derivanti dalla sottoscrizione di un prestito: La stampante multifunzione è danneggiata in modo irreparabile. Procedi quindi all'acquisto di un nuovo modello che finanzierai con un prestito bancario (chiamato anche credito) della durata di cinque anni. Ne risulta una passività nei confronti dell'istituto di credito.
3. Passività derivanti dalle rate di un pagamento in corso : In un primo momento, hai versato solo un acconto per l'acquisto del nuovo dispositivo e stai aspettando ora la data di scadenza della fattura per saldare l'intero importo, magari per motivi di liquidità.
4. Passività derivanti da pagamenti fiscali non effettuati: Non hai ancora versato l'IVA a carico della tua agenzia di marketing, che dovrà essere regolarmente versata all'ufficio tributario competente.
5. Passività derivanti da eventuali partecipazioni all'attività: Nella tua agenzia di marketing sono presenti solo soci accomandanti, che devono ancora percepire una parte degli utili dello scorso anno. Ne risulta una passività nei confronti di questi partner.
Le passività possono sorgere anche quando si emettono obbligazioni in qualità di attività. In questo caso, si contrae una passività nei confronti di coloro che acquistano le obbligazioni. Un'obbligazione è uno strumento finanziario utilizzato per raccogliere fondi; in pratica, un'attività prende in prestito fondi dal mercato dei capitali per un determinato periodo di tempo. Gli investitori forniscono una certa quantità di capitale (ossia, un prestito) all'attività che ha emesso le obbligazioni. Gli acquirenti delle obbligazioni diventano creditori, mentre l'attività che ha emesso le obbligazioni diventa debitore.
Cosa sono le passività a breve e a lungo termine?
Esiste una chiara distinzione tra passività a breve e a lungo termine.
Di seguito vengono riportati alcuni esempi di passività a breve termine.
- Scoperti: prestiti con un limite di credito concordato che la banca concede all'attività per un conto corrente, che potrà quindi risultare scoperto fino al limite concordato.
- Beni e servizi: anche le passività derivanti da beni e servizi forniti all'attività vengono considerate a breve termine. Vedere l'esempio 1 di cui sopra.
- Rate: anch'esse costituiscono passività a breve termine. Vedere l'esempio 3 di cui sopra.
- Imposte e contributi sociali: anche queste voci vengono considerate passività a breve termine. Vedere l'esempio 4 di cui sopra.
Di seguito vengono riportati alcuni esempi di passività a lungo termine.
- Obbligazioni (titoli di debito a tasso fisso): si tratta di passività a lungo termine. Vedere l'esempio 5 di cui sopra.
- Prestiti (crediti con durata di almeno un anno): anche i prestiti rientrano in questa categoria. Vedere l'esempio 2 di cui sopra.
- Mutui: i mutui rappresentano un ulteriore esempio di passività a lungo termine.
Qual è la differenza tra creditori e debitori?
Una parte che fornisce un bene o un servizio prende il nome di creditore. I creditori, infatti, mettono a disposizione dei debitori i propri servizi sotto forma di beni, denaro o tempo di lavoro e i debitori devono corrispondere ai creditori il compenso concordato per i servizi ricevuti.
Questi termini vengono utilizzati principalmente quando si parla di "acquisti a termine". Questo termine si riferisce ad acquisti con una data di pagamento o un periodo di pagamento prestabilito. Nel momento in cui la data della fattura e quella di pagamento differiscono, il concetto di creditori e debitori diventa rilevante: se un'attività non riesce a pagare immediatamente una fattura relativa a un bene fornito, si crea una cosiddetta "partita aperta". L'attività deve al fornitore l'importo della fattura in sospeso e diventa quindi un debitore. Dal punto di vista contabile, questa transazione può essere descritta anche come segue: il fornitore concede all'attività un credito fornitore. Ecco perché i fornitori vengono anche chiamati creditori.
Flusso dei beni e delle fatture dai fornitori all'attività e quindi ai clienti
Il termine "passività" e la rispettiva controparte, i "crediti", possono essere utilizzati per descrivere il flusso di beni e fatture nel bilancio di un'attività. Le parti si rapporteranno come segue:
Fornitore → Beni/Fattura → Attività → Beni/Fattura → Clienti
Creditore → Passività → Attività → Crediti → Debitore
In questo diagramma di flusso, le passività indicano:
- Quanto l'attività deve ad altre parti: passività derivanti da debiti commerciali che l'attività ha contratto con i fornitori.
- Quanto le altre parti devono all'attività: crediti insoluti per la fornitura di beni o servizi, che i clienti devono all'attività. I crediti, pertanto, rappresentano la controparte delle passività e si riferiscono a richieste legali di pagamenti, beni o servizi che un'attività rivendica nei confronti di un debitore.
Quando si conclude un contratto, entrambe le parti (creditori e debitori) si assumono un certo rischio:
- Per i creditori: esiste il rischio che i debitori non riescano ad assolvere agli obblighi in sospeso.
- Per i debitori: esiste il rischio che l'attività non sia in grado di effettuare i pagamenti e diventi quindi insolvente.
Qual è la differenza tra passività e accantonamenti?
Le passività differiscono dagli accantonamenti in quanto la data o il periodo di pagamento di una passività, nonché il relativo importo, sono noti. Gli accantonamenti, invece, vengono generati per far fronte a perdite o spese future che rimangono incerte nel momento in cui viene redatto il bilancio.
Gli accantonamenti non sono riserve
Gli accantonamenti fanno parte del capitale di prestito. È questo il motivo per cui gli accantonamenti non coincidono con le riserve. Gli accantonamenti vengono contabilizzati come spese, da cui ha origine una riduzione degli utili, mentre le riserve rappresentano capitale proprio vincolato. Vengono trattenuti dagli utili dell'attività e aumentano il patrimonio netto.
Esempi di accantonamenti
Supponiamo che il responsabile di un'agenzia assuma un intero team e offra a ciascun membro del team un piano pensionistico. Il responsabile dell'agenzia dovrà creare un accantonamento per le passività incerte, in cui siano incluse anche le disposizioni pensionistiche per i dipendenti. Nella gestione della contabilità, il responsabile dell'agenzia non potrà né quantificare l'importo del pagamento né determinarne la data di scadenza. Gli accantonamenti vengono quindi valutati secondo i principi attuariali.
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