Adempimenti fiscali per l'e-commerce: come vendere online in Italia

  1. Introduzione
  2. Avvio dell’attività prima dell’apertura del negozio online
    1. Quali documenti servono per vendere online?
  3. Adempimenti fiscali per l’e-commerce dopo l’avvio dell’attività
    1. Fatturazione elettronica
    2. Imposta sul valore aggiunto (IVA)
    3. Imposta sui redditi
    4. Contributi previdenziali
  4. Novità fiscali per l’e-commerce per il 2025
    1. Modifiche alla Digital Service Tax (Web Tax)
    2. Regolamento GPSR sulla sicurezza dei prodotti
    3. Obblighi di accessibilità digitale
  5. Normative sull’e-commerce vigenti in Italia
    1. Qual è la normativa che regola le transazioni commerciali online?
    2. Cookie Policy
  6. Territorialità Iva per e-commerce
    1. Differenza tra e-commerce diretto e indiretto
    2. Territorialità IVA nell’e-commerce indiretto
    3. E-commerce indiretto B2B
    4. Territorialità Iva nell’e-commerce diretto

Se hai intenzione di avviare un'attività di e-commerce in Italia, devi conoscere fin dall'inizio i requisiti tassa e di carattere giuridico or legale applicabili. In questo articolo parleremo dei principali obblighi tassa per le attività di e-commerce, tra cui la richiesta imposta sul valore aggiunto IVA, l'iscrizione al registro delle attività, nonché la compliance or conformità IVA, la sicurezza dei prodotti e le normative a tutela dei consumatori.

Contenuto dell'articolo

  • Avvio dell'attività prima dell'apertura del negozio online
  • Adempimenti fiscali per l'e-commerce dopo l'avvio dell'attività
  • Novità fiscali per l'e-commerce per il 2025
  • Normative sull'e-commerce vigenti in Italia
  • Territorialità Iva per e-commerce

Avvio dell'attività prima dell'apertura del negozio online

Prima di iniziare a vendere online in Italia, ci sono alcuni passaggi fondamentali da compiere per avviare un'attività che operi nel pieno rispetto dei principali adempimenti fiscali per l'e-commerce. Vediamo quali sono:

  • Apertura della partita Iva
    Il primo passo per avviare un'attività di e-commerce in Italia è richiedere una partita IVA, che funge da numero di identificazione fiscale. Dovrai selezionare il codice di classificazione dell'attività economica (ATECO) 47.91.10, ovvero il codice per la vendita al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto tramite Internet. Poi scegli il regime fiscale più adatto alla tua attività.

  • Iscrizione alla Camera di Commercio
    Dopo aver completato gli adempimenti fiscali per e-commerce relativi all'apertura della partita Iva, è obbligatorio iscriversi al Registro delle Imprese della Camera di commercio competente per il territorio.

  • Presentazione della Segnalazione Certificata di Inizio Attività
    È necessario presentare la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (S.C.I.A.) presso lo Sportello Unico Attività Produttive (S.U.A.P.) del Comune di riferimento.

  • Iscrizione all'INPS
    Se avvii un'attività di e-commerce in forma individuale, devi iscriverti alla Gestione Artigiani e Commercianti dell'INPS per il versamento dei contributi previdenziali.

  • Apertura di una posizione assicurativa presso l'INAIL
    Se la tua attività prevede l'impiego di personale o comporta rischi legati allo svolgimento del lavoro (ad esempio, lavoro nei magazzini), è necessario aprire una polizza assicurativa presso l'INAIL, che garantisce la copertura in caso di infortuni sul lavoro o malattie professionali. Questo garantisce la copertura in caso di infortuni sul lavoro o malattie professionali,

Quali documenti servono per vendere online?

Fortunatamente, la normativa Italiana per l'e-commerce prevede una procedura unificata per presentare tutta la documentazione necessaria per avviare la tua attività di vendita online. Tale procedura ti permette di assolvere a tutti gli adempimenti fiscali per l'e-commerce; si tratta della Comunicazione Unica (ora accessibile tramite il servizio DIRE) dove puoi trovare i relativi modelli da compilare: il modello per il Registro delle Imprese, il modello per l'INPS, il modello per l'INAIL, il modello per l'Agenzia delle Entrate e il modello SCIA per il SUAP.

Adempimenti fiscali per l'e-commerce dopo l'avvio dell'attività

Una volta aperta un'attività di e-commerce in Italia, è necessario adempiere a una serie di obblighi fiscali per operare in conformità con la legge. Gli adempimenti variano a seconda del regime fiscale scelto (principalmente il regime forfettario o ordinario) e della tipologia di attività svolta e riguardano principalmente la fatturazione elettronica, l'Iva, l'imposta sui redditi e i contributi previdenziali.

Fatturazione elettronica

In Italia la fatturazione elettronica è obbligatoria per quasi tutte le imprese registrate ai fini IVA, indipendentemente dal regime fiscale scelto. Le fatture elettroniche, o fatture elettroniche, devono essere emesse in formato XML utilizzando l’apposito software di Invoicing e quindi inviate al Sistema di cambio dell’Agenzia delle Entrate (Sdl). Devono inoltre essere salvate digitalmente in compliance or conformità alle normative per un periodo di 10 anni. Per le transazioni business-to-business (B2B) è sempre richiesta l’emissione di una fattura e-commerce, mentre per le transazioni business-to-customer (B2C) la fattura non è obbligatoria a meno che il cliente non lo richieda. Tuttavia, le vendite giornaliere devono sempre essere registrate nel registro pertinente.

Imposta sul valore aggiunto (IVA)

Per le attività di e-commerce che operano in regime ordinario, vige l’obbligo di applicare l’Iva su tutte le vendite effettuate. L’Iva va liquidata e versata periodicamente:

  • Mensilmente, se il volume d’affari annuo supera gli 800.000 euro.
  • Trimestralmente, se il volume d’affari non supera: 500.000 euro per le attività di servizi; 800.000 euro per le attività di commercio.

È inoltre possibile detrarre l’Iva pagata sugli acquisti e sulle spese aziendali connesse all’attività.

Il regime ordinario richiede anche la tenuta di registri contabili aggiornati (registro Iva vendite, registro Iva acquisti, registro dei corrispettivi) e la presentazione delle dichiarazioni fiscali periodiche previste dalla normativa (es. liquidazioni IVA, dichiarazione IVA annuale, dichiarazione dei redditi).

Se invece operi in regime forfettario, la tua attività non è soggetta a Iva: non applichi l'Iva sulle vendite e non detrai l'Iva sugli acquisti.

Imposta sui redditi

In regime ordinario, la tua attività economica è soggetta alla tassa sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), alla tassa sulle società (IRES) se sei registrato come azienda e alla tassa regionale sulla produzione (IRAP). In regime forfettario, invece, versi un'imposta sostitutiva dell'IRPEF e delle addizionali regionale e comunale, con un'aliquota generalmente del 15% (o del 5% per i primi 5 anni per le nuove attività).

Contributi previdenziali

I titolari di attività di e-commerce sono generalmente iscritti alla Gestione Commercianti INPS. Sono previsti contributi fissi da versare trimestralmente, indipendentemente dal reddito prodotto, fino al raggiungimento di una soglia di reddito. Oltre tale soglia, si applicano anche contributi variabili in percentuale sul reddito eccedente. Il versamento dei contributi è obbligatorio per tutti i regimi fiscali, anche per il regime forfettario.

Novità fiscali per l'e-commerce per il 2025

A partire dal 2025, ci sono alcune novità in materia di adempimenti fiscali per gli e-commerce in Italia, oltre ad adempimenti di carattere giuridico or legale e di sicurezza.

Modifiche alla Digital Service Tax (Web Tax)

La legge di Bilancio 2025 ha introdotto modifiche alla tassa sui servizi digitali (DST), o tassa digitale, che fa parte del quadro fiscale a cui sono soggette le attività online. Prima della legge di Bilancio 2025, e in conformità con l'articolo 1, paragrafo 37 della legge 145/2018, le aziende che generavano ricavi da servizi digitali in Italia erano tenute a pagare la tassa digitale se, nell'anno precedente, i loro ricavi globali superavano 750 milioni di euro e, allo stesso tempo, generavano almeno 5,5 milioni di euro di ricavi da servizi digitali in Italia nello specifico. La legge di Bilancio 2025 ha eliminato quest'ultimo requisito: ora le aziende hanno bisogno solo di ricavi globali di almeno 750 milioni di euro.

Regolamento GPSR sulla sicurezza dei prodotti

Il 13 dicembre 2024 è entrato in vigore il regolamento (UE) 2023/988 del Parlamento europeo e del Consiglio sulla sicurezza generale dei prodotti, che impone nuovi requisiti all'e-commerce. Ora i prodotti, compresi quelli venduti online, devono essere conformi a standard di sicurezza specifici volti a proteggere i clienti e garantire standard coerenti in tutta l'UE. Le attività potrebbero dover apportare modifiche per soddisfare questi requisiti.

Obblighi di accessibilità digitale

Entro il 28 giugno 2025, tutte le attività devono garantire che i loro prodotti e servizi digitali siano accessibili alle persone con disabilità, in compliance or conformità con l'Atto europeo sull'accessibilità (AEA), il che significa implementare standard per rendere i siti web e le piattaforme di e-commerce accessibili a tutti, indipendentemente dalle loro capacità.

Normative sull'e-commerce vigenti in Italia

Oltre a rispettare tutti gli adempimenti fiscali per gli e-commerce, devi confrontarti anche con gli adempimenti legali di tutela del consumatore e di protezione dei dati personali, inseriti in un quadro normativo articolato che abbraccia anche l'ambito commerciale.

Qual è la normativa che regola le transazioni commerciali online?

Non esiste una singola normativa che regola le vendite online e che stabilisce gli adempimenti fiscali per l'e-commerce, ma di seguito trovi l'elenco delle principali leggi che si applicano in Italia per le vendite online.

Decreto Legislativo n. 114/1998

Il decreto legislativo n. 114/1998, una legge di riforma del commercio, non include una sezione dedicata all’e-commerce, ma l’e-commerce è una delle forme speciali di vendita al dettaglio elencate all’articolo 4, comma 1, che fa riferimento specificamente alle “vendite per corrispondenza, televisione o altri sistemi di comunicazione”. Il decreto definisce le regole per l'esercizio dell'attività commerciale, compresa la vendita per corrispondenza e online. Stabilisce anche che chi avvia un'attività di e-commerce deve presentare una S.C.I.A. (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) al Comune di riferimento almeno trenta giorni prima del suo inizio, iscriversi al Registro delle Imprese e aprire la partita Iva.

Decreto Legislativo n. 70/2003

Il decreto legislativo n. 70/2003, che attua la direttiva 2000/31/CE sull'e-commerce, disciplina i servizi della società dell'informazione, compreso l'e-commerce. Impone obblighi di trasparenza, come l'indicazione dei dati identificativi del venditore, delle condizioni generali di contratto e delle fasi tecniche della conclusione del contratto online Stabilisce anche la responsabilità degli operatori in rete per i contenuti e i servizi offerti.

Codice del Consumo in Italia

Il Codice del consumo (Decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206) è il quadro normativo principale per le vendite B2C online. Richiede ai venditori di fornire informazioni chiare e preliminari su prodotti, prezzi, metodi di pagamento, diritto di recesso e garanzie di carattere giuridico or legale. Regola inoltre la pubblicità, le pratiche commerciali scorrette e la risoluzione alternativa delle controversie.

DPR 633/1972

Il DPR n. 633/1972, insieme alle sue successive modifiche, è la normativa che disciplina l'IVA in Italia. Fondamentale per poter garantire il rispetto degli adempimenti fiscali per gli e-commerce. Come abbiamo visto, stabilisce come e quando applicare l'Iva sulle vendite online, distinguendo tra vendite nazionali, intra-UE ed extra-UE, e tra clienti privati (B2C) e operatori economici (B2B). Copre inoltre i requisiti di fatturazione e i regimi semplificati, come lo sportello unico (OSS) per le vendite a distanza intra-UE.

Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR)

Oltre agli adempimenti fiscali, gli e-commerce devono anche accertarsi di rispettare le regole relative alla protezione dei dati personali. DPR (Regolamento UE 2016/679) disciplina il trattamento dei dati personali dei consumatori. Ogni sito di e-commerce deve informare chiaramente gli utenti su come vengono raccolti, trattati e conservati i dati, indicando finalità, base giuridica, diritti degli interessati e modalità di esercizio. Richiede anche l'adozione di misure di sicurezza adeguate e, in alcuni casi, la nomina di un DPO (responsabile della protezione dei dati).

Condizioni Generali di Vendita (CGV)

Il già menzionato decreto legislativo 70/2003 (articoli 7, 12 e 13) e il Codice del Consumo stabiliscono anche che il venditore è obbligato a informare gli acquirenti delle Condizioni Generali di Vendita (CGV), cioè le informazioni che devi fornire per legge ai consumatori, tra cui i dati e i contatti della società, i dati del servizio clienti, le modalità di pagamento, consegna e spedizione, le informazioni sulla garanzia legale e sul diritto di recesso.

In Italia, il Codice Privacy (D.Lgs. n. 196/2003), in attuazione della Direttiva sulla privacy e sulle comunicazioni elettroniche 2002/58/CE insieme al GDPR, disciplina le politiche sui cookie nei siti di e-commerce. Secondo queste norme, i siti web devono informare gli utenti in modo chiaro sull'uso dei cookie, che sono piccoli file di testo memorizzati sul dispositivo dell'utente durante la navigazione e che servono a raccogliere dati sulle attività online dell'utente, migliorando l'esperienza di navigazione o fornendo informazioni ai gestori del sito.

I siti web devono ottenere il consenso esplicito degli utenti prima di attivare cookie non tecnici, come quelli di profilazione o di terze parti. I cookie tecnici, invece, possono essere utilizzati senza consenso, ma devono comunque essere descritti nell'informativa.

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Territorialità Iva per e-commerce

Tra gli adempimenti fiscali per gli e-commerce, la territorialità dell'Iva è un aspetto cruciale per chi intende avviare un'attività online in Italia. Sapere dove e come applicare l'IVA alle vendite è fondamentale per una corretta fatturazione dell'e-commerce Invoicing,conformità con la normativa fiscale ed evitare sanzioni. L'applicazione dell'Iva varia in base a diversi fattori, tra cui la natura dell'e-commerce (diretto o indiretto), il tipo di clientela (B2B o B2C) e l'ubicazione dei clienti (nazionali, intra-UE o extra-UE).

Differenza tra e-commerce diretto e indiretto

L'e-commerce si distingue in due principali tipologie: diretto e indiretto, ognuna con diversi adempimenti fiscali da tenere in considerazione.

  • E-commerce indiretto: L'e-commerce indiretto riguarda la vendita online di beni materiali, come abbigliamento, libri o prodotti per la casa, che vengono acquistati tramite Internet ma consegnati fisicamente all'indirizzo dell'acquirente tramite corriere o spedizioniere.
  • E-commerce diretto: L'e-commerce diretto si riferisce alla compravendita di beni immateriali, come software, abbonamenti digitali, domini web o servizi di hosting. In questo caso, l'intera transazione, dalla scelta del prodotto al pagamento fino alla consegna, avviene esclusivamente online, senza alcuna movimentazione fisica di merci. Questa distinzione ha importanti conseguenze anche sugli adempimenti fiscali per gli e-commerce, come vedremo di seguito.

Territorialità IVA nell’e-commerce indiretto

Ai fini dell'Iva, queste operazioni sono assimilate alle cessioni di beni e la loro tassazione varia in base alla natura del cliente (consumatore finale, quindi B2C, o operatore economico, quindi B2B) e alla sua provenienza (Italia, Paesi UE o Paesi extra UE).

E-commerce indiretto B2C

Per quanto riguarda l'e-commerce indiretto B2C, quindi nel caso di vendita a consumatori finali, si applicano regole specifiche in base alla residenza del cliente.

Consumatori italiani

Nel caso di vendite effettuate all’interno del territorio italiano, l’IVA va calcolata in base all’aliquota stabilita in Italia per il tipo di bene venduto. Al momento, l’aliquota Iva standard è del 22%, ma esistono aliquote ridotte per determinate categorie di prodotti, come i generi alimentari o i libri.

Consumatori residenti in altri Paesi UE

Per i clienti che si trovano in altri paesi dell'UE, le vendite a distanza sono considerate vendite intracomunitarie. La regola generale è che l'IVA viene applicata nel paese di destinazione, ovvero nel luogo in cui risiede il cliente. Tuttavia, se il venditore è domiciliato in un unico paese membro dell'UE, non è registrato nel regime OSS e i ricavi totali per le vendite a distanza intracomunitarie rimangono inferiori a 10.000 € (IVA esclusa) all'anno, l'IVA in Italia può ancora essere applicata. Questo limite, noto come soglia di protezione, semplifica gli obblighi IVA per le piccole imprese. Essendo un obbligo chiave di e-commerce fiscale, richiede particolare attenzione.

Se questa soglia viene superata nell'anno in corso o in quello precedente, il venditore deve applicare l'aliquota IVA del paese del cliente. In questa situazione, il venditore può registrarsi in ogni paese di destinazione o semplificare la gestione IVA registrandosi nel regime OSS, che consente di dichiarare e pagare l'IVA in diversi paesi membri attraverso un'unica dichiarazione periodica presentata nel proprio paese.

Consumatori extra UE

Le vendite a clienti al di fuori dell'UE sono considerate esportazioni e sono quindi esenti da IVA ai sensi dell'articolo 8 del DPR n. 633/1972. Per beneficiare di questa esenzione, è fondamentale tenere registri doganali che dimostrino che le merci hanno lasciato l'UE: questo requisito della tassa sul commercio online non deve essere trascurato.

E-commerce indiretto B2B

Per quanto riguarda l'e-commerce indiretto B2B, nel caso quindi di vendite a soggetti passivi Iva, si applicano regole differenti rispetto al B2C.

  • Vendite intracomunitarie B2B
    Se il cliente è un'attività con partita IVA in un altro paese dell'UE e fornisce una partita IVA valida, la vendita è considerata esente da IVA in Italia. Il cliente deve pagare l'IVA nel proprio paese utilizzando il meccanismo dell'inversione contabile, il che significa che deve dichiarare l'acquisto localmente e pagare lì l'IVA applicabile.

  • Vendite extra UE B2B
    Le esportazioni sono esenti da IVA ai sensi dell'articolo 8 del DPR n. 633/1972; pertanto, i clienti che sono attività al di fuori dell'UE non pagano l'IVA. Tuttavia, per usufruire di questa esenzione è essenziale conservare le dichiarazioni doganali che dimostrano che la merce ha effettivamente lasciato l'UE.

Territorialità Iva nell'e-commerce diretto

Nel caso dei servizi di e-commerce diretto, ovvero la vendita di beni digitali, come software o contenuti multimediali, l'IVA viene addebitata nel paese di destinazione, dove il cliente riceve il servizio, indipendentemente dalla località del venditore, all'interno o all'esterno dell'UE, e dal fatto che si tratti di una vendita B2B o B2C.

La differenza tra B2B e B2C non influisce sul luogo in cui viene applicata l'IVA, ma sul modo in cui viene gestita. Essere consapevoli di questa regola è fondamentale per mantenere la conformità agli obblighi tassa per il commercio online.

Vendite B2B

Per le vendite B2B, il venditore emette una fattura esente da IVA: ai sensi dell'articolo 7-ter del DPR n. 633/1972, la transazione non è soggetta a IVA nel paese del venditore. L'attività acquirente deve quindi registrare la fattura ricevuta e pagare l'IVA utilizzando il meccanismo dell'inversione contabile. In pratica, ciò significa che l'acquirente è quindi responsabile del pagamento dell'IVA.

Vendite B2C

Per le vendite B2C, il venditore, indipendentemente dal fatto che sia domiciliato o meno nell'UE, è responsabile del pagamento dell'IVA. A tal fine, deve essere registrato ai fini IVA nel paese dell'UE in cui si trova il cliente. Fortunatamente, il regime OSS semplifica l'elaborato consentendo al venditore di pagare l'IVA per tutti i paesi dell'UE applicabili attraverso un'unica piattaforma.

Se stai pensando di avviare un'attività di e-commerce, c'è anche un altro aspetto da considerare: la scelta del fornitore di servizi di pagamento. Infatti, scegliere il fornitore giusto è fondamentale per poter gestire i pagamenti nel modo più semplice e veloce possibile e avere accesso ai metodi di pagamento più adatti al tuo tipo di attività. Soluzioni come Stripe Payments, con la sua suite di ottimizzazione dei pagamenti, ti consentono di accettare i pagamenti sia online che di persona in tutto il mondo, aumentare la conversione e garantire la compliance or conformità, risparmiando ore di lavoro tecnico.

I contenuti di questo articolo hanno uno scopo puramente informativo e formativo e non devono essere intesi come consulenza legale o fiscale. Stripe non garantisce l'accuratezza, la completezza, l'adeguatezza o l'attualità delle informazioni contenute nell'articolo. Per assistenza sulla tua situazione specifica, rivolgiti a un avvocato o a un commercialista competente e abilitato all'esercizio della professione nella tua giurisdizione.

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