Come vendere abbigliamento online in Italia

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Accetta pagamenti online, di persona e in tutto il mondo con una soluzione di pagamento sviluppata per qualsiasi tipo di attività, dalle start-up in espansione alle società internazionali.

Ulteriori informazioni 
  1. Introduzione
  2. Il mercato dell’abbigliamento online in Italia e nel mondo
  3. Tipologie di business per vendere abbigliamento online
    1. Aprire un negozio online come rivenditore
    2. Vendere abbigliamento usato online
    3. Produrre e vendere abbigliamento online
  4. Cosa serve per aprire uno shop di abbigliamento online
  5. Come vendere abbigliamento online: su piattaforma proprietaria o piattaforma di terze parti?
    1. Piattaforma proprietaria
    2. Piattaforma di terze parti
  6. Dove vendere abbigliamento online: a livello locale o globale?
    1. Vendita locale
    2. Vendita globale
  7. Quanto costa aprire un negozio di abbigliamento online?
  8. In che modo Stripe Payments può esserti d’aiuto

L'Italia è la patria della moda e l'abbigliamento rappresenta uno dei settori più dinamici dell'e-commerce. Vendere abbigliamento online significa avere accesso a un mercato globale che va dal consumatore locale ai grandi mercati internazionali come Stati Uniti, Europa e Asia. Le opportunità non riguardano solo i produttori e i marchi emergenti, ma anche i rivenditori e chi desidera specializzarsi negli articoli di seconda mano.

Tuttavia, prima di aprire un negozio di abbigliamento online è fondamentale conoscere gli adempimenti necessari. In questo articolo approfondiremo le normative italiane sulla vendita a distanza, i requisiti fiscali (come l'apertura della partita IVA [imposta sul valore aggiunto]), i costi di avvio e le differenze tra vendere su piattaforme proprietarie e piattaforme di terze parti.

Contenuto dell'articolo

  • Il mercato online dell'abbigliamento in Italia e nel mondo
  • Tipologie di business per vendere abbigliamento online
  • Cosa serve per aprire uno shop online di abbigliamento?
  • Come vendere abbigliamento online: su piattaforma proprietaria o piattaforma di terze parti?
  • Dove vendere abbigliamento online: a livello locale o globale?
  • Quanto costa aprire un negozio di abbigliamento online?
  • Come Stripe può aiutarti a gestire i pagamenti

Il mercato dell'abbigliamento online in Italia e nel mondo

Negli ultimi anni, il mercato dell’e-commerce legato alla moda e all’abbigliamento ha continuato a mostrare una crescita stabile. Secondo il Politecnico di Milano, Osservatorio e-commerce B2C, nel 2024 l’abbigliamento si conferma uno dei comparti più rilevanti dello shopping online in Italia, con un aumento del +5% rispetto al 2023. Pur trattandosi di una crescita in linea con l’andamento generale dell’e-commerce di prodotto, il settore mantiene un ruolo centrale grazie alla sua ampiezza, alla frequenza d’acquisto e al forte interesse dei consumatori verso brand digitali e marketplace dedicati all’abbigliamento.

A livello globale, le prospettive sono ancora più significative: secondo Statista, nel 2025 il segmento dell'e-commerce fashion raggiungerà un fatturato superiore a 920 miliardi di dollari confermandosi come uno dei settori trainanti dell'economia digitale mondiale.

In Italia, vendere abbigliamento online rappresenta un'opportunità concreta sia per le grandi maison che per i piccoli brand artigianali. Se ti stai chiedendo come aprire un negozio di abbigliamento online, ricorda che la domanda è in continua crescita, ma allo stesso tempo la competizione è alta. Un negozio di abbigliamento online deve distinguersi per assortimento, qualità del prodotto, logistica efficiente e pagamenti sicuri.

Tipologie di business per vendere abbigliamento online

Quando decidi di aprire un negozio di abbigliamento online, è importante capire quale tipologia di business vuoi sviluppare. Le principali strade percorribili sono tre:

  • Aprire un negozio di abbigliamento online come rivenditore
  • Vendere abbigliamento usato online
  • Produrre e vendere abbigliamento online

Ognuna di queste opzioni comporta priorità, investimenti e strategie differenti: conoscere in anticipo vantaggi e criticità ti aiuta a scegliere il percorso più adatto al tuo progetto.

Aprire un negozio online come rivenditore

Per i rivenditori, la priorità è la scelta del canale di approvvigionamento. Chi decide di aprire un negozio di abbigliamento online come rivenditore deve porsi subito la domanda: dove rifornirsi? Le opzioni principali sono tre:

  • lavorare con grossisti italiani ed europei;
  • utilizzare il modello dropshipping (vendite online per conto di terzi)
  • oppure stringere accordi diretti con brand già affermati.

I rivenditori devono anche gestire con attenzione i margini, le scorte e la logistica, perché offrire consegne rapide e resi semplici è ormai indispensabile per competere con i grandi marketplace. Inoltre, la comunicazione gioca un ruolo fondamentale: per differenziarsi sul mercato è fondamentale raccontare i prodotti in modo efficace e offrire un servizio clienti personalizzato.

Vendere abbigliamento usato online

La moda circolare (riutilizzare i vestiti piuttosto che acquistarne di nuovi, per ridurre al minimo gli sprechi) è uno dei trend più forti degli ultimi anni. Vendere abbigliamento usato online consente di intercettare un pubblico sensibile alla sostenibilità, al risparmio e all'unicità dei capi. Le piattaforme dedicate, come Vinted o Depop, hanno reso più semplice l'accesso a questo mercato, ma puoi sempre aprire un negozio online di abbigliamento usato proprietario. Gli aspetti fondamentali da considerare sono:

Gli aspetti fondamentali da considerare sono:

  • la trasparenza sulla condizione dei prodotti;
  • la gestione delle fotografie (che devono mostrare chiaramente eventuali segni di usura);
  • le politiche di reso
  • la comunicazione orientata alla sostenibilità

Dal punto di vista normativo, la vendita di abbigliamento di seconda mano richiede gli stessi adempimenti fiscali di quella del nuovo: serve la partita IVA se l'attività è abituale e organizzata.

Produrre e vendere abbigliamento online

I produttori hanno una posizione particolare: possono creare un negozio di abbigliamento online con collezioni originali e margini più elevati rispetto ai rivenditori, ma devono affrontare costi più alti per la produzione, la gestione del magazzino e il marketing. Per chi produce è prioritario definire una strategia chiara: posizionarsi sul lusso, sul fast fashion, sullo sportswear o sull'abbigliamento per bambini cambia completamente il target di riferimento e i canali di vendita.

Un altro elemento fondamentale è il know-how specifico. Produrre capi di abbigliamento richiede competenze tecniche nella scelta dei materiali, nella modellistica, nella produzione industriale o artigianale e nella gestione della filiera. Chi entra in questo settore deve avere una preparazione adeguata al fine di garantire qualità costante, tempi di consegna rapidi e conformità alle normative (ad esempio, quelle relative all'etichettatura e alla sicurezza dei tessuti). Per questo motivo, molti produttori emergenti scelgono di collaborare con laboratori esterni, consulenti di moda o piattaforme specializzate in private label, cioè servizi che producono capi da personalizzare e rivendere con il proprio marchio, in modo da colmare eventuali lacune di competenze.

Un produttore che decide di vendere abbigliamento nuovo online deve quindi investire non solo in branding, qualità delle fotografie, storytelling e canali pubblicitari digitali (social e marketplace), ma anche nello sviluppo di competenze o nella selezione di partner qualificati. Allo stesso tempo, deve curare l'infrastruttura tecnologica: avere un sito proprietario permette di raccogliere dati sui clienti e costruire una relazione diretta, mentre affidarsi a piattaforme terze consente di raggiungere più velocemente un grande pubblico.

Cosa serve per aprire uno shop di abbigliamento online

Se vuoi aprire un negozio di abbigliamento online in Italia devi rispettare alcune regole precise. Innanzitutto, devi aprire la partita IVA, scegliendo un codice ATECO idoneo (ad esempio 47.91.10 "Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via Internet"). Dopodiché, devi seguire una serie di step per assicurarti di avviare un'attività di vendita di abbigliamento online conforme. Vediamo di seguito nel dettaglio quali sono questi passaggi:

  • ● Presentazione della SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività): la SCIA è il documento che segnala ufficialmente l'avvio dell'attività commerciale al SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) del Comune di residenza o del Comune in cui ha sede legale la tua attività. Senza questa comunicazione, non è possibile operare legalmente. La SCIA permette all'amministrazione di verificare i requisiti igienico-sanitari, urbanistici e professionali richiesti dalla normativa.

  • Iscrizione al Registro delle Imprese: l'iscrizione al Registro delle Imprese è obbligatoria per tutte le imprese, incluse quelle che operano esclusivamente online. Questo passaggio serve a dare visibilità pubblica all'attività, a garantire trasparenza e ad accedere alle agevolazioni fiscali e contributive.

  • Iscrizione a INPS e INAIL: sia che la tua sia un'attività individuale sia una società, devi versare i contributi previdenziali all'INPS. Se invece assumi dipendenti o collaboratori, è obbligatoria anche l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro all'INAIL.

  • Rispetto degli obblighi IVA: se vendi abbigliamento online, al prezzo di vendita dei tuoi prodotti devi aggiungere l'IVA italiana (attualmente pari al 22% per il settore tessile). Dovrai poi versare l'imposta allo Stato. Per questo, a cadenza mensile o trimestrale (a seconda del tuo regime fiscale), hai l'obbligo di liquidare l'IVA, cioè calcolare la differenza tra l'IVA incassata sulle vendite e quella pagata sugli acquisti, e versare il saldo all'Agenzia delle Entrate tramite modello F24. In caso di vendite a consumatori di altri Paesi UE, entra in gioco il regime OSS (One Stop Shop), che consente di dichiarare e versare l'IVA estera in un solo stato in modo semplificato senza doversi registrare in ciascun Paese di destinazione.

  • Obblighi informativi al consumatore: il Codice del Consumo (D.Lgs. 206/2005) stabilisce che il venditore online debba garantire trasparenza su prezzi, caratteristiche dei prodotti, spese di spedizione e tempi di consegna. È inoltre obbligatorio informare l'acquirente sul diritto di recesso entro 14 giorni dall'acquisto, offrendo la possibilità di restituzione senza penalità

  • Etichettatura dei prodotti: i capi di abbigliamento devono riportare in modo chiaro e permanente la composizione delle fibre, il Paese di origine e le istruzioni per il lavaggio e la manutenzione, come previsto dal Regolamento UE 1007/2011. Un'etichettatura errata o mancante può comportare sanzioni e compromettere la fiducia dei clienti.

Come vendere abbigliamento online: su piattaforma proprietaria o piattaforma di terze parti?

Una delle decisioni più importanti per vendere abbigliamento online riguarda la scelta tra piattaforma proprietaria e piattaforma di terze parti. Questa scelta influenza non solo il budget iniziale, ma anche il livello di controllo che avrai sul tuo negozio di abbigliamento online e sulla relazione con i clienti.

Piattaforma proprietaria

Vendere su una piattaforma proprietaria significa creare un sito web dedicato e personalizzato (ad esempio con Shopify, WooCommerce o Magento). Questa soluzione ti permette di avere il pieno controllo sul design, sulla gestione dei dati dei clienti e sulle strategie di marketing. È ideale se vuoi costruire un brand forte e indipendente, capace di distinguersi sul mercato. Gli svantaggi principali sono i costi iniziali più alti (che possono variare da poche centinaia di euro per soluzioni base fino a diverse migliaia per siti complessi) e la necessità di gestire direttamente manutenzione, sicurezza e aggiornamenti tecnologici. Tuttavia, a lungo termine, è il modello che offre maggiore autonomia e margini più ampi.

Piattaforma di terze parti

Marketplace come Amazon, Zalando o eBay offrono l'accesso immediato a milioni di clienti già fidelizzati e sono soluzioni utili se vuoi iniziare a vendere abbigliamento online rapidamente, senza investire troppo in tecnologia o marketing. D'altra parte, dovrai sostenere commissioni sulle vendite, adattarti alle regole del marketplace e accettare di avere meno libertà nella costruzione della tua identità di brand. Può essere una scelta strategica se vuoi testare il mercato con un investimento contenuto o se punti ad affiancare la tua attività fisica con un canale digitale aggiuntivo.

Riepilogo delle caratteristiche della vendita di abbigliamento online su piattaforma proprietaria o piattaforma di terze parti

Piattaforma proprietaria

Piattaforma di terze parti

Controllo sul brand

Totale (design, dati dei clienti, definizione dei prezzi)

Limitato (regole del marketplace)

Costi iniziali

Medio-alti (centinaia o migliaia di €)

Più bassi (commissioni sulle vendite)

Visibilità

Da costruire con marketing proprio

Accesso immediato a milioni di clienti

Flessibilità

Massima (integrazioni, personalizzazioni)

Limitata (layout e policy predefiniti)

Tempi di avvio

Più lunghi

Rapidi

Dove vendere abbigliamento online: a livello locale o globale?

L'abbigliamento italiano gode di un richiamo internazionale molto forte, e i numeri sull'export lo dimostrano: nel 2023 l'industria moda-abbigliamento italiana ha fatturato 63,7 miliardi di euro, di cui circa 38,7 miliardi (più del 60%) derivano dall'export. I principali Paesi di destinazione degli articoli di abbigliamento italiani sono Francia, Germania e Stati Uniti, seguiti dalla Cina. L'Asia, infatti, sta dimostrando un interesse crescente verso l'abbigliamento italiano; nel 2024, l'export moda verso l'Asia da solo ha raggiunto i 14,5 miliardi di euro circa, segnando l'importanza strategica dei mercati asiatici per il Made in Italy.

Una delle grandi opportunità dell'e-commerce è infatti la possibilità di superare i confini geografici. Quando decidi di avviare un'attività, devi valutare attentamente se concentrarti inizialmente sul mercato italiano o puntare fin da subito a un pubblico internazionale. Le due opzioni hanno logiche e complessità diverse; vediamo di seguito cosa occorre considerare.

Vendita locale

Focalizzandoti sul mercato italiano, puoi semplificare molti aspetti operativi; la logistica è più lineare, le spese di spedizione sono contenute e l'assistenza clienti può essere gestita in un'unica lingua. Inoltre, potresti conoscere meglio gusti, stagionalità e comportamenti d'acquisto del consumatore italiano, quindi puoi impostare strategie di marketing mirate. Questo approccio è ideale per chi sta muovendo i primi passi e vuole consolidare il brand senza affrontare subito le sfide delle vendite transfrontaliere.

Vendita globale

Puntare all'estero amplia enormemente le potenzialità di crescita. I Paesi europei e gli Stati Uniti sono i mercati in cui l'acquisto di abbigliamento online è consolidato, mentre in Asia (soprattutto in Cina e Corea del Sud) la domanda di moda internazionale è in forte espansione. Tuttavia, la vendita internazionale richiede una gestione più complessa:, in quanto devi affrontare:

  • normative doganali
  • eventuali dazi
  • resi internazionali
  • traduzioni del sito web
  • assistenza cliente multilingue

Inoltre, i consumatori si aspettano di pagare nella loro valuta e con i metodi di pagamento locali, quindi devi affidarti a un fornitore di servizi di pagamento che ti permetta di accettare diverse valute e di integrare metodi di pagamento diffusi nei vari Paesi in cui si trovano i tuoi acquirenti.

Molti brand scelgono un approccio graduale: iniziano a vendere abbigliamento online a livello locale per affinare il modello di business, e solo dopo aver consolidato il proprio negozio passano a una strategia globale. Questo approccio contribuisce a ridurre i rischi e a costruire basi solide prima di affrontare mercati molto competitivi. D'altro canto, chi dispone già di un marchio riconosciuto può beneficiare immediatamente dell'esposizione internazionale offerta dai marketplace globali.

Quanto costa aprire un negozio di abbigliamento online?

Uno dei dubbi più frequenti se vuoi aprire un negozio di abbigliamento online riguarda i costi. In realtà, non esiste una cifra unica: il budget per aprire un negozio di abbigliamento online dipende dal modello di business scelto, dalla complessità del sito web e dal livello di investimento in marketing.

Le principali voci di spesa da considerare sono

  • Costi burocratici e amministrativi: apertura della partita IVA, iscrizione al Registro delle Imprese e presentazione della SCIA al Comune. Si tratta in genere di qualche centinaio di euro complessivi.
  • Sviluppo tecnico: se utilizzi piattaforme come Shopify o WooCommerce, puoi partire da circa 20-30 € al mese per i piani base. Un sito di e-commerce personalizzato, invece, può costare da 3.000 fino ad arrivare a 15.000 €.
  • Inventario e stock: se vuoi vendere capi nuovi, l'investimento iniziale per l'acquisto della merce può variare da poche migliaia a decine di migliaia di euro. Con il dropshipping, questa voce si riduce molto
  • Marketing e promozione: campagne pubblicitarie online, SEO e social media sono indispensabili per portare traffico. Un budget realistico parte da qualche centinaio di euro al mese.
  • Logistica e spedizioni: imballaggi, magazzino e resi incidono sui costi ricorrenti. Se usi un servizio di fulfillment esterno, ci saranno commissioni variabili a seconda del volume di ordini.

In che modo Stripe Payments può esserti d'aiuto

Stripe Payments offre una soluzione di pagamento unificata e globale che aiuta qualsiasi attività, dalle start-up in fase di espansione alle multinazionali, ad accettare pagamenti online, di persona e in tutto il mondo.

Stripe Payments può aiutarti a:

  • Ottimizzare l'esperienza della procedura di pagamento: crea un'esperienza senza problemi per il cliente e risparmia migliaia di ore di progettazione con le interfacce utente predefinite, per accedere a oltre 125 metodi di pagamento e a Link, il wallet di Stripe.
  • Espanderti più rapidamente in nuovi mercati: raggiungi clienti in tutto il mondo e riduci la complessità e i costi della gestione multivaluta con opzioni di pagamento transfrontaliere, disponibili in 195 Paesi e in oltre 135 valute.
  • Unificare i pagamenti di persona e online: crea un'esperienza di commercio unificato su canali online e di persona per personalizzare le interazioni, premiare la fedeltà e aumentare i ricavi.
  • Migliorare le prestazioni dei pagamenti: aumenta i ricavi con una gamma di strumenti di pagamento personalizzabili e facili da configurare, tra cui protezione contro le frodi no-code e funzionalità avanzate per migliorare i tassi di autorizzazione.
  • Stare al passo con la rapidità operativa grazie a una piattaforma flessibile e affidabile per la crescita: sfrutta una piattaforma progettata per crescere insieme a te, con un'operatività del 99,999% e un'affidabilità leader nel settore.

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I contenuti di questo articolo hanno uno scopo puramente informativo e formativo e non devono essere intesi come consulenza legale o fiscale. Stripe non garantisce l'accuratezza, la completezza, l'adeguatezza o l'attualità delle informazioni contenute nell'articolo. Per assistenza sulla tua situazione specifica, rivolgiti a un avvocato o a un commercialista competente e abilitato all'esercizio della professione nella tua giurisdizione.

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